La preparazione tecnica e mentale della staffetta veloce

La preparazione tecnica e mentale della staffetta veloce

Filippo Di Mulo

Perfezionamento tecnico

È la fase successiva all’apprendimento. È necessario lavorare sui cambi in zona e su prove di sintesi.

Cambi in zona

Con l’approssimarsi del periodo pre-competitivo l’allenamento dello staffettista diventa sempre più specifico; tutte le esercitazioni tecniche vanno riportate, come momento di sintesi, in “zona cambio” ed effettuate a velocità sempre maggiore fino a riprodurre situazioni simili a quelle di gara. L’obiettivo di queste esercitazioni è quello di trovare il giusto handicap tra i due atleti, portatore e ricevente, al fine di effettuare il cambio senza far perdere velocità al testimone.

Il cambio ideale dovrebbe concludersi 4-5 m prima dalla fine zona cambio, infatti, dopo 24-25 m l’atleta ricevente impegnato in accelerazione e il portatore impegnato nella fase conclusiva della sua prova, devono ritrovarsi pressoché con la stessa velocità; in tal modo è possibile effettuare il cambio nelle migliori condizioni. Attraverso i cambi in zona vengono valutate le capacità, del portatore e del ricevente, nel mettere in atto gli insegnamenti acquisiti in precedenza, in altre parole la precisione nella scelta del tempo e la tecnica di passaggio del testimone a velocità di gara. Inoltre, attraverso l’uso delle cellule fotoelettriche e di riferimenti (coni) sulla pista, in prossimità della corsia scelta, si devono rilevare i seguenti parametri:

  1. velocità (tempo) 10 m finali del portatore;
  2. velocità (tempo) 30 m da fermo del ricevente;
  3. velocità (tempo) del testimone su 30 m;
  4. luogo o meglio distanza dove avviene lo scambio del testimone rispetto alla fine della zona cambio;
  5. tempo finale della prova complessiva su 80 m.

Per rilevare i parametri elencati su una prova di 80 m vengono posti in pista (a ritroso) 4 riferimenti (coni) nelle seguenti posizioni:

  1. il 1°, alla fine della zona cambio;
  2. il 2°, sulla riga d’inizio cambio (per rilevare il tempo del testimone e il tempo dell’accelerazione del ricevente);
  3. il 3°, 10 m prima della linea d’inizio cambio (per rilevare la velocità d’ingresso su 10 m lanciati del portatore);
  4. il 4°, 50 metri prima della riga d’inizio cambio (per rilevare il tempo della prova complessiva su 80 m).

Gli strumenti utili per rilevare i parametri sono: 3 coppie di cellule fotoelettriche poste all’altezza dei riferimenti per la rilevazione dei tempi, parte lanciata del portatore e tempo del testimone; cronometro manuale per rilevare il tempo dell’accelerazione del ricevente; oppure, se non si dispone (come spesso accade) di strumenti tecnologici, bastano 2 cronometri e 2 persone per rilevare l’una il tempo dell’accelerazione del ricevente, l’altra i parametri restanti; una telecamera per la registrazione delle prove per una più attenta analisi di gruppo (tecnico e atleti) dei cambi.

Prove di sintesi

Le prove effettuate attraverso i cambi in zona permettono, essenzialmente, di ricavare gli handicap necessari affinché il cambio tra gli atleti impegnati si svolga nella maniera migliore e di affinare la tecnica specifica del cambio ad alta velocità. Ma il comportamento dell’atleta impegnato nella prova di allenamento spesso risulta diverso da quello manifestato in gara: pertanto è bene, con l’avvicinarsi del periodo preagonistico, inserire durante uno stage dedicato alla staffetta delle piccole competizioni per meglio valutare e verificare, con più attendibilità, le abilità tecniche acquisite e il comportamento dell’atleta durante un test-gara. A tal proposito possono essere utilizzate le cosiddette prove di sintesi per riprodurre, sotto forma di gioco, la competizione. Questo tipo di esercitazioni hanno anche la funzione di tenere alta l’attenzione e la partecipazione, nonché di stimolare lo spirito competitivo del gruppo.

Esercitazioni specifiche o prove di sintesi

Di seguito alcune proposte pratiche:

  1. staffetta 4 x 50 m – da utilizzare essenzialmente nel periodo pre-competitivo con recuperi ampi, 8-10 min per ogni prova, si possono effettuare 3-4 ripetizioni; impegno sufficientemente elevato per creare una condizione simile a quella di gara; confronto diretto tra la squadra A e la B o confronto indiretto, a tempo, se non sono disponibili almeno 8 atleti. Cambiare i frazionisti all’interno della singola squadra o i componenti tra una e l’altra;
  2. esempio di staffetta 4 x 50 m – partenza a metà della prima curva e arrivo a metà della seconda curva; con 3 cambi completi e 30 metri di zona cambio: 1° cambio delimitato tra 40 e 70 m dalla partenza (zona 1, classica); 2° cambio tra 90 e 120 m dalla partenza (zona 2, 130-160 m); 3° cambio tra 140 e 170 m dalla partenza (zona 3, classica); in tal modo il 1° frazionista corre al massimo 70 m, il 2° e il 3° frazionista al massimo 80 m ciascuno e il 4° frazionista 60 m per completare la prova;
  3. prove di staffetta di 2 x 100 m – questo tipo di esercitazioni, da sfruttare in periodo competitivo, assolvono a due compiti. Da un lato, consentono di valutare al meglio l’attendibilità dell’handicap usato con i cambi in zona, in quanto gli atleti correndo l’intera distanza di gara arrivano in zona cambio con una velocità pressoché simile a quella della competizione; dall’altro, rappresentano, come allenamento specifico, un ottimo lavoro di potenza lattacida, parecchio indicato durante il periodo agonistico;
  4. 2-3 prove di staffetta 2 x 100 m (anche a coppie sotto forma di gara), recupero 12-15 min, includendo il 1°, il 2° o il 3° cambio, anche dai blocchi; cronometrare dallo sparo all’arrivo segnato sulla riga della partenza della gara dei 200 m per il 1° cambio; per le altre frazioni, avvio dalla partenza dei 300 m con arrivo in curva all’altezza del rettangolo bianco, per il 2° cambio; e in ultima analisi dalla partenza dei 200 m fino all’arrivo, per la prova sul 3°cambio;
  5. staffetta 4 x 100 m completa, 1-2 prove con recupero ampio (30-45 min almeno) – le prove sulla distanza di gara, laddove è possibile, è sempre bene effettuarle in test o gare ufficiali, ma anche durante l’allenamento specifico possono essere eseguite soprattutto come momento conclusivo di uno stage, in prossimità di importanti appuntamenti agonistici. Riprodurre le situazioni tipiche della competizione in allenamento aiuta ad affrontarla nel migliore dei modi.

Performance sportiva

Per quanto riguarda la gestione delle gare è necessario:

  1. programmare competizioni secondarie di avvicinamento all’appuntamento principale dell’anno – staffette con avversari quotati per valutare le abilità specifiche in competizione e per imparare a gestire lo stress da gara;
  2. accettare lo stress agonistico – per migliorare l’aspetto emozionale nell’approccio alla gara di alto livello, è essenziale accettare che il coinvolgimento emotivo che si avverte prima del grande evento è indispensabile e necessario, poiché mette in risalto il valore che l’atleta attribuisce all’evento sportivo in questione;
  3. le gare devono essere vissute come un modo per mettere alla prova se stessi e il proprio valore competitivo attraverso il confronto con gli avversari.

Gestione dello stress

Lo stress è un processo che coinvolge l’atleta ogni qual volta le richieste dell’allenamento e delle competizioni necessitano di una risposta di adattamento alla situazione da affrontare, favorendo in tal modo una risposta efficace. Si tratta, appunto, di una risposta abituale che coinvolge l’essere umano in modo totale determinando cambiamenti a livello fisiologico, comportamentale, emotivo e cognitivo. Scopo della preparazione psicologica è di allenare l’atleta mentalmente a sviluppare la convinzione di essere in grado di fronteggiare con successo le gare più importanti dell’anno (grandi eventi). Per tanto risulta fondamentale:

  1. rilassamento associato alla ripetizione mentale della propria prestazione;
  2. rifarsi mentalmente agli allenamenti svolti in precedenza per costruire uno stato mentale ottimale per affrontare la competizione;
  3. rivedere quelle situazioni sperimentate in passato in occasione delle proprie migliori prestazioni agonistiche.
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