Training alternativo alla corsa: esperienze e considerazioni

Training alternativo alla corsa: esperienze e considerazioni

Fabrizio Anselmo

Genesi e peculiarità dell’ellittica “da strada”

La bici ellittica “da strada” è stata inventata nel 2008 da un ultra-maratoneta americano, Bryan Pate, il quale, falcidiato dagli infortuni, senza perdersi d’animo e in cerca di una concreta alternativa, si è concentrato su come coniugare le due diverse attività fisiche in un solo attrezzo. Con l’aiuto e la professionalità dell’amico e ingegnere Brent Teal è nata così la prima bici di questo tipo, il perfetto connubio tra podismo e ciclismo. Dopo varie prove, nel 2010, sulle strade della California è stata finalmente consacrata una versione funzionale che rappresenta l’evoluzione moderna di una bike leggera su due ruote: con un manubrio comodo e aerodinamico, modificata per simulare meglio la gestualità della corsa rispetto a un training ellittico classico. La nuova ellittica da strada possiede un’ottima ampiezza di falcata (regolabile) e una lunghezza superiore alla bici standard, il che consente una maggiore fluidità dell’anca e l’inibizione del movimento “strascicato”, spesso percepito su un’ellittica stazionaria tradizionale. 

In secondo luogo, una traiettoria specifica per la corsa è stata progettata per posizionare la gamba di richiamo in un atteggiamento transitorio verso il basso, più simile alla gestualità della corsa. Infine, l’ellittica “da strada” non possiede il volano, il dispositivo meccanico che assiste il movimento rotatorio durante l’esercizio dell’ellittica classica stazionaria. Questo significa che non vi è alcuna forma di assistenza, oltre alla forza dei propri arti, per spingere la bici in avanti. La bici ellittica da strada possiede alcuni vantaggi rispetto alla corsa: 

1. nessun trauma alle articolazioni; 

2. attitudine e capacità di movimento fluido; 

3. allenamento di quasi tutti i distretti muscolari impiegati nella corsa; 

4. in caso di infortunio e/o impossibilità a correre, è possibile utilizzare l’ellittica in modo alternativo o sostitutivo. 

Strutturalmente sembra una bicicletta ma in realtà è molto diversa; con quest’ultima in comune ha le due ruote, un manubrio, i freni, il cambio, ma non possiede la sella. Si sta in piedi sui pedali, eseguendo un movimento ellissoidale che richiama in parte quello della corsa, ma con un impatto irrisorio. La corretta posizione della colonna vertebrale favorisce anche la stabilità della postura generale. La posizione delle braccia e dei polsi consente un naturale e confortevole posizionamento, facendo in modo che proprio i polsi non siano caricati del peso del corpo. La corretta impugnatura del manubrio permette altresì di compiere i movimenti più congrui evitando il classico sintomo delle parestesie degli arti superiori.

Le ellittiche “da strada” sono disponibili in vari modelli e, solitamente, possiedono un telaio in alluminio con un peso determinato fra i 18 e 20 kg e un cambio a diverse velocità. In virtù della configurazione personalizzabile, lo stesso modello è utilizzabile contestualmente da uomini, donne e bambini. La vera novità risulta comunque il movimento richiesto per far avanzare questa sorta di bici: l’atleta deve salire in piedi su due lunghi pedali e, alternando regolarmente la spinta delle gambe, muove un ingranaggio ellissoidale che è a sua volta collegato alla ruota posteriore, la quale, in questo modo, viene attivata facendola “girare”.

Possiede tre diversi rapporti di marcia che possono essere variati come nelle comuni mountain bike, ottimizzando le prestazioni su qualsiasi tipo di terreno. Esistono due metodi di base per integrare l’ellittica da strada in un programma di allenamento: il primo si rende completamente sostitutivo della corsa, mentre il secondo si associa e si combina alla corsa stessa divenendone supplementare. 

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