Abstract
La ricerca osserva se esiste una correlazione tra emozione provata dalle giocatrici e risultato della competizione sportiva. È stata presa in esame la Igor Volley Novara, analizzando due partite emblematiche, tramite osservazione; analisi e codificazione di ogni espressione facciale. Risulta che le espressioni facciali relative alla gioia e alla sorpresa favoriscono un abbassamento della tensione e la gestione dello stress, senza di esse la squadra non mantiene un equilibrio emotivo in campo.
Durante la pratica sportiva proviamo molteplici emozioni che possono passare dalla felicità alla tristezza, tutte nell’arco di un allenamento e maggiormente durante una competizione. Quando si svolge un’attività il nostro corpo è in costante tensione fisica e psicologica, questo può portare a un ridotto controllo delle proprie emozioni, che possono condizionare l’andamento della gara e influenzare i/le compagni/e con cui si affronta la competizione. I primi a valorizzare le emozioni e la loro universalità (uguale per tutti) sono stati Charles Darwin e Paul Ekman. Ekman, tramite ricerche ed esperimenti, ha suddiviso le emozioni in primarie e secondarie. Le emozioni primarie sono sette: felicità, rabbia, tristezza, disgusto, disprezzo, paura e sorpresa; sono definite primarie perché espresse in maniera universale, tramite il volto, indipendentemente dalla cultura di provenienza.
Per quanto riguarda le seconde, quelle secondarie, derivano dalle primarie, ad esempio gioia e malinconia.
L’emozione è un processo, una particolare tipologia di valutazione automatica, influenzata dal nostro passato evolutivo e personale, durante il quale sentiamo che sta accadendo qualcosa di importante per il nostro benessere, mentre una serie di cambiamenti psicologici e di comportamenti emotivi comincia a interagire con la situazione.
Paul Ekman
Ogni emozione porta dei cambiamenti fisiologici, come un aumento della sudorazione, della frequenza cardiaca, della respirazione e della tensione muscolare, oltre che a una variazione nell’espressione facciale. Per questo motivo è importante che sia i giocatori sia gli allenatori siano in grado di riconoscere e gestire le emozioni che stanno provando, perché – se non controllate in maniera corretta – si rischia di farsi sovrastare da queste e subire un cambiamento fisiologico che potrebbe variare l’andamento prestazionale dell’atleta e di conseguenza della gara. In questa ricerca, ho concentrato la mia attenzione sullo sport della pallavolo perché, oltre a praticarlo da molti anni, è una delle poche discipline dove è presente un punteggio fisso, dove in ogni momento della partita si può ribaltare il risultato, sia in maniera positiva sia negativa, dove la componente emotiva è presente in modo preponderante, sia all’interno sia all’esterno del campo. Ho preso in esame nello specifico la Igor Volley Novara, società di pallavolo di Serie a1 nella stagione 2016-17, osservando se realmente esistono correlazioni significative tra le emozioni primarie espresse dal volto delle giocatrici e la prestazione sportiva. Ho anche analizzato l’importanza dell’utilizzo delle competenze emotive da parte dell’allenatore, in modo da ottenere un miglior approccio alla gara e una prestazione migliore delle proprie atlete.
Le emozioni
Sono un processo legato a una particolare tipologia di valutazione automatica, una risposta a uno stimolo e variano in base al proprio vissuto. Le emozioni sono rapide, coordinate e contraddistinte da segnali caratteristici a livello fisiologico, come la variazione della frequenza cardiaca e respiratoria, la tensione muscolare, la sudorazione; a livello psicologico, cognitivo ed emotivo consentono di riconoscere e capire l’emozione provata dalle altre persone. Ogni emozione si caratterizza da una modificazione fisiologica e facciale che permettono all’osservatore di analizzare l’emozione provata dal soggetto sotto analisi. come espresso in precedenza da Paul Ekman, sono state selezionate sette emozioni considerate principali, ognuna con una propria mimica facciale.
La paura è innescata dalla minaccia causata da un dolore fisico o psicologico, derivante da un danno oggettivo o dal pensiero di ciò che può costituire una minaccia. nel momento in cui si vive una situazione paurosa possiamo reagire facendo tutto o niente, in base a ciò che abbiamo appreso essere una protezione. Si possono verificare dunque tre azioni differenti: immobilizzarsi, fuggire e svenire. Le micro espressioni caratterizzanti la paura sono:
- sollevamento della palpebra superiore;
- sopracciglia sollevate e convergenti;
- formazione di rughe centrali sulla fronte;
- palpebre inferiori tese;
- labbra tese e ritratte verso l’interno o bocca aperta tirata verso le orecchie.
La sorpresa risponde a uno stimolo improvviso e inaspettato. È un’emozione molto rapida perché è di transito, ovvero ci porta verso un’altra a seconda dello stimolo che l’ha innescata.
Le modifiche facciali della sorpresa sono:
- arcata sopraccigliare sollevata;
- formazione delle rughe che prendono l’intera fronte;
- palpebre sollevate;
- bocca aperta, con labbro superiore rigido e labbro inferiore rilassato (mandibola appesa).
La tristezza è una delle emozioni più durature. Il trigger universale di questa emozione è la sconfitta. È un’emozione che invade completamente il corpo e lo spirito, si ha la perdita del tono muscolare, come se non si avesse la forza per rimanere in piedi; si tende a chiudersi verso l’interno, senza l’energia per risollevarsi. La voce ha difficoltà a uscire, non si riesce a parlare, si ha la sensazione di un nodo alla gola che non si può “slegare”.
Ecco come riconoscere la tristezza negli altri:
- angoli interni delle sopracciglia alzati;
- formazione di rughe verticali sulla fronte tra le sopracciglia;
- palpebre rilasciate;
- guance tirate verso l’alto;
- angoli della bocca abbassati.
Il disgusto è un senso di avversione che può essere scatenato da un sapore, da un odore o dalla vista di qualcosa che riteniamo offensivo per la nostra sensibilità. Proviamo disgusto verso le persone che offendono la nostra sensibilità, persino verso le loro idee.
Le espressioni facciali caratteristiche nel disgusto sono:
- sopracciglia abbassate;
- guance tirate verso l’alto;
- naso arricciato;
- labbro superiore sollevato;
- labbro inferiore rilasciato.
Proviamo disprezzo nei confronti di persone o azioni, non per sapori, odori o sensazioni tattili. Quando si prova disprezzo verso qualcuno, ci si sente superiori e tramite questa emozione si vuole affermare la propria superiorità. Proviamo disprezzo quando una persona compie un’azione immorale oppure offende in qualche modo i nostri valori. Per quanto riguarda il nostro viso, i cambiamenti fisiologici sono molto pochi:
- sguardo neutro;
- angolo delle labbra sollevato verso l’alto da un lato (movimento facciale principale);
- labbra tirate verso indietro;
- fossetta laterale.
Sono molte le situazioni che possono far scaturire l’emozione di rabbia: interferenza nel raggiungimento dei nostri obiettivi, quando qualcuno prova a farci del male, ci insulta o denigra. La rabbia è un’emozione che si forma molto facilmente ed è anche tra quelle più pericolose perché si autorigenera. nel momento in cui qualcosa si frappone fra noi e il nostro obiettivo iniziamo a “sentire” rabbia e, se la situazione persiste, questa aumenta e può portarci a reagire in maniera negativa, in alcuni casi anche in modo estremo. come riconoscere la rabbia?
- Sopracciglia abbassate.
- Palpebre superiori sollevate.
- Palpebre inferiori sollevate.
- Le labbra possono assumere due posizioni diverse: possono essere aperte e contratte a forma quadrata oppure serrate con i margini delle labbra girati verso l’interno.
- Protuberanza del mento sollevata o spinta in avanti.
L’espressione di felicità si manifesta nel momento in cui proviamo piacere, nel rivedere una persona a noi cara, nel sentire un profumo che ci riporta al ricordo di una giornata gioiosa, giocando e divertendosi. Di seguito le micro-espressioni facciali della felicità:
- parte esterna degli occhi contratta (“zampe di gallina”);
- guance sollevate;
- angoli delle labbra alzati verso le tempie.
Le emozioni dell’atleta
Diversi studi indicano lo stress come uno dei principali fattori che influenza giocatori/ici. Può derivare da fattori esterni o interni. ad esempio, la relazione con i/le compagni/e di squadra, la pressione sociale e societaria, la propria prestazione in partita. tutti questi fattori possono portare a una sensazione di oppressione e/o a una percezione negativa della propria prestazione, di conseguenza una diminuzione della sicurezza in se stessi. Queste sensazioni sono principalmente correlate all’emozione della paura, molto presente durante le partite analizzate.
Un/a giocatore/ice che durante la partita fa un errore in attacco, se dopo lo sbaglio viene guardato/a con rabbia e disprezzo dai/lle compagni/e, subirà un aumento dell’emozione di tristezza che sta vivendo a causa di quanto appena fatto oppure risponde con ulteriore rabbia, creando tensione e ostilità in campo. Un clima conflittuale porta, durante le partite, a perdere facilmente il controllo delle proprie emozioni e quindi a una difficoltà maggiore nell’utilizzo dei gesti tecnici, causando un incremento degli errori. Per questo motivo è importante in campo controllare le proprie emozioni, perché senza una loro buona gestione è possibile che ci sovrastino modificando, principalmente in maniera negativa, l’andamento dell’allenamento o della partita.
Soprattutto nella pallavolo, essere in grado di non perdere la concentrazione durante la gara è fondamentale, perché ogni pallone ha la massima importanza, ogni giocatore/ice deve essere in grado di dare sempre il meglio, non si può “mollare” nessun pallone finché non si raggiunge l’obiettivo, la vittoria. Durante l’analisi è stato possibile notare che il libero della Igor volley novara utilizza la rabbia come forma stimolante per rimanere sempre attiva e concentrata in campo; le emozioni, se gestite al meglio, portano a giocatori/ci e alla squadra un aiuto in più e un’attivazione fisica e mentale più forte ed efficace. Le emozioni sono il punto di forza e di unione di una squadra. Se tutta la squadra si trova in un clima sereno, felice e grintoso, i giocatori/ici avranno una capacità attentiva e di prestazione più alta rispetto a un team dove c’è astio e rabbia costante. La capacità di mantenere un equilibrio fra le emozioni che proviamo, consente di portare noi stessi e il team a un miglioramento e al raggiungimento sia degli obiettivi individuali sia collettivi.
Gli allenatori: l’importanza nel riconoscere le emozioni dei propri giocatori
L’allenatore è una figura importante soprattutto nel settore giovanile perché è un punto di riferimento e un educatore. Per questo motivo deve essere in grado di controllare le proprie emozioni, in modo da avere una visione sempre chiara delle prestazioni dei/lle propri/e giocatori/ici e dell’andamento della partita. riconoscendo le emozioni degli atleti potrà aiutarli nei momenti di difficoltà, stimolando una reazione o un’emozione che possa contrastare quella che stanno provando. Durante la partita si possono verificare momenti di calo che portano disagio all’interno della squadra e in campo, l’allenatore può intervenire cercando di ribaltare la situazione sollecitando, ad esempio, rabbia verso la squadra avversaria o felicità abbassando la tensione, portando più serenità e sicurezza in campo. Gestendo le proprie emozioni sarà così in grado di osservare al meglio i giocatori/ici, aiutandoli/e ad affrontare ogni momento, permettendo così raggiungere più facilmente l’obiettivo individuale e di squadra.
Le emozioni vincenti
L’obiettivo della ricerca consiste nell’osservare le dinamiche di una squadra vincente con finalità ambiziose; per questo motivo il lavoro è stato svolto sulla Igor Volley Novara.
La ricerca si è sviluppata in tre fasi:
- osservazione tramite riprese video;
- analisi video;
- raccolta e analisi delle emozioni.
L’osservazione è avvenuta grazie al posizionamento di due telecamere 4K denominate a e B che si trovavano nei due lati opposti del campo, in modo da vedere al meglio ogni situazione di gioco, le espressioni facciali delle giocatrici. con l’aiuto da parte della televisione e della Igor Volley Novara sono state posizionate in modo da riprendere al meglio il campo principale delle giocatrici del novara. La telecamera a effettuava una ripresa bassa del campo con le giocatrici di spalle, permettendo una visione posteriore, per raccogliere le mimiche facciali durante le esultanze e delle fasi di gioco girate verso la telecamera. La telecamera B riprendeva le giocatrici dall’alto e frontalmente, per raccogliere il numero maggiore di espressioni facciali che si verificano durante il set (foto A e B).
Dopo la raccolta video è avvenuta la sua analisi, utilizzando il programma Kinovea, in modo da osservare ogni espressione facciale di una giocatrice per volta durante tutta la partita grazie allo zoom. Dopo un periodo di osservazione, analisi video e raccolta dati sulle emozioni, abbiamo preso in esame due partite in particolare, nello specifico i primi set di entrambe, in modo da mettere a confronto situazioni per lo più simili. Le espressioni osservate sono state raccolte analizzate e classificate, dopo essere state controllate dalla I&G Management, società di consulenza e formazione che rappresenta la Paul Ekman International. Per ogni giocatrice abbiamo raccolto l’immagine, il frammento, l’analisi e l’ipotesi (un esempio in figura 1).
Il frammento è ogni video è composto da una quantità di frammenti che servono per ricollegare in base all’emozione raccolta, il momento preciso in cui è stata effettuata l’espressione. L’analisi è la descrizione dell’immagine e dei movimenti effettuati dal viso. L’ipotesi indica la probabilità emozione provata, in base ai dati raccolti (analisi). effettuata l’analisi, sono state raccolte le emozioni di ogni giocatrice e confrontate, osservando le reazioni medie del gruppo svolgendo un’analisi della media, mediana e deviazione standard. come detto, per la ricerca abbiamo preso in considerazione principalmente il primo set di due partite con risultato opposto, Igor Volley Novara vs Foppapedretti, primo set vinto (tabella A) e Igor Volley Novara vs Metalleghe Montichiari, primo set perso (tabella B).
Le emozioni espresse in questi due set sono completamente opposte le une dalle altre. contro la Foppapedretti le emozioni principalmente provate sono state felicità 28,57% e rabbia al 25,27%. nella partita con Metalleghe Montichiari le emozioni prevalenti sono state rabbia 32,70%, paura 22,74% e disgusto 14,21%. È stato possibile osservare l’importanza della presenza della felicità durante la competizione per una buona prestazione di squadra. La felicità consente alle atlete di mantenere un equilibrio emotivo, un atteggiamento positivo e il mantenimento dell’attenzione alta. La mancanza di felicità nella partita di Metalleghe Montichiari (set finito 20 25) è dovuta al fatto che le giocatrici fossero talmente in tensione e stress che neanche nei momenti di esultanza riuscivano a esprimere felicità e gioia per il punto appena fatto. L’insieme delle emozioni di rabbia, disgusto e paura portano un incremento dello stress e delle tensioni in campo che influenzano negativamente la partita. tramite l’analisi delle giocatrici si è potuto osservare quali di queste avessero una maggiore difficoltà nel gestire le proprie emozioni, influenzando così anche la statistica di squadra, provocando un innalzamento della deviazione standard, cioè una stima delle variabili di una popolazione di dati.
Le giocatrici che hanno influenzato maggiormente la statistica e l’andamento emotivo in squadra sono state la 11, la 3, la 9, la 12 e la 4. L’allenatore durante il set perso contro Metalleghe Montichiari è intervenuto chiamando dei time-out, ma non è riuscito a stimolare un cambiamento di atteggiamento ed emotivo in campo, quindi non è stato in grado di essere d’aiuto e di sostegno per le proprie giocatrici. Per questo motivo è importante che in primis l’allenatore sia capace di capire e gestire al meglio le proprie emozioni, in modo da imparare a comprendere quelle delle proprie giocatrici e intervenire e aiutarle nei momenti difficili che si verificano durante la partita. nella pallavolo, come nella maggior parte degli sport, bisogna sempre collaborare e rimanere uniti per raggiungere l’obiettivo, la vittoria. Per questo motivo è essenziale che all’interno del gruppo, sia durante le gare sia in allenamento, vi sia un clima sereno che aiuti il divertimento alle giocatrici e non rabbia e disgusto.