Tecnica di landing come prevenzione dell’infortunio al legamento crociato anteriore nella pallavolo femminile

Tecnica di landing come prevenzione dell’infortunio al legamento crociato anteriore nella pallavolo femminile

Giorgio Polin

Il legamento crociato anteriore e il valgo dinamico

Il legamento crociato anteriore forma insieme al legamento crociato posteriore una struttura di sostegno fondamentale che mantiene stabile l’articolazione del ginocchio durante tutti i suoi movimenti.
Insieme questi due legamenti contribuiscono al mantenimento in loco della tibia, senza che questa scivoli in avanti o all’indietro quando sottoposta a trazione dai muscoli anteriori e posteriori della coscia.

La lesione del legamento crociato anteriore è solitamente collegata ad eventi traumatici quali: eccessivo valgismo di ginocchio durante i movimenti, una torsione innaturale e incontrollata, una violenta iperestensione del ginocchio, un arresto brusco e improvviso durante una corsa alla massima velocità, un atterraggio non controllato dopo un salto, il mancato controllo del movimento durante un rapido cambio di direzione collegato spesso ad un impatto violento a livello della parte esterna del ginocchio o all’interno del piede.

Uno dei fattori di rischio principali per la lesione del legamento crociato anteriore è rappresentato dalle situazioni di cosiddetto valgo dinamico.
In ambito sportivo e sopratutto a livello femminile, questa situazione di valgismo dinamico si verifica con molta frequenza e questo contribuisce a mettere sotto stress la struttura legamentosa, aumentando cosi il rischio di lesione.

A livello visivo il valgismo dinamico si manifesta con un movimento verso l’interno del ginocchio durante un piegamento dell’arto inferiore, mentre a livello artrocinematico si osserva una combinazione di movimenti di adduzione ed intrarotazione a livello dell’anca (Ford 2015).
Il valgismo di ginocchio è caratterizzato quindi da una combinazione di adduzione e rotazione interna di anca, adduzione di ginocchio e rotazione interna di tibia.
Durante questo movimento si osserva uno spostamento mediale del ginocchio, oltre la linea tra il piede e la coscia.

Identificare precocemente situazioni riconducibili al valgo dinamico è molto importante per individuare atleti che necessitino di un programma preventivo particolare e/o potenziato rispetto al resto della squadra.
Situazioni di valgo dinamico, potenzialmente pericolose, sono osservabili ponendosi di fronte al soggetto che esegue alcuni esercizi come ad esempio affondi, step up e squat.
Diventa importante quindi durante l’esecuzione di alcuni esercizi, specie se sono con sovraccarico, cercare di evitare il valgismo dinamico perchè questo potrebbe snaturare la biomeccanica dell’arto inferiore e dare anche origine a sovraccarichi funzionali, come rivelano anche molti studi scientifici pubblicati.
Questa alterazione del movimento si evidenzia in sala pesi specialmente durante l’esecuzione di alcuni esercizi, come quelli sopra citati.

Uno studio recente di Ford et al. del 2015 ha stabilito che negli atleti la presenza di valgo dinamico è predittivo per un futuro infortunio al LCA specialmente nelle donne.
Come già detto in precedenza, il valgismo dinamico, sia in ambito sportivo che in ambito fitness, è maggiormente riscontrabile in ambito femminile e questo sembra imputabile alla maggiore larghezza del bacino rispetto agli uomini, con un maggiore angolo Q, sempre dallo studio di Ford del 2015.

Diventa quindi fondamentale riconoscere situazioni di valgo dinamico, per intervenire prontamente e cercare di ridurre queste situazioni, riducendo di conseguenza il rischio di infortunio.
Per provare a riconoscere situazioni di valgo dinamico si possono utilizzare alcuni test, fra cui i più frequentemente utilizzati riguardano l’atterraggio da un salto su una gamba e lo squat eseguito in posizione monopodalica.
I compiti motori monopodalici sono più impegnativi rispetto a quelli in appoggio bipodalico, il che rende più facile identificare gli atleti con un maggior rischio di infortunio.
Diventa quindi più facile cercare di individuare situazioni di valgo dinamico in attività monopodaliche e questo potrebbe essere più specifico e potrebbe avere una maggiore implicazione pratica.

Fattori di rischio e prevenzione: contro cosa stiamo combattendo?

La prevenzione degli infortuni rappresenta quindi un aspetto fondamentale per gli atleti e comprendere i fattori di rischio modificabili permetterebbe di attuare strategie per ridurre il rischio di subire un infortunio.

Per cercare di ridurre le situazioni di valgo dinamico, possiamo utilizzare differenti strategie, tra cui quella di eseguire esercizi accompagnati da un feedback visivo sembra essere una strategia molto efficace.
In alcuni studi si è osservato come soggetti che avevano eseguito esercizi davanti ad un monitor che permetteva loro di vedere l’eventuale situazione di valgo dinamico mostravano una riduzione del valgo dinamico stesso dopo la visualizzazione del gesto motorio errato su monitor rispetto a chi aveva eseguito gli esercizi senza un feedback visivo.
Anche programmi di rinforzo muscolare, con particolare enfasi sui muscoli glutei, esercizi di equilibrio, rinforzo del core e pliometria risultano efficaci nel ridurre il valgo dinamico.
Resta comunque fondamentale utilizzare feedback visivi sulla posizione degli arti inferiori con l’obiettivo di evitare un eccessivo valgo dinamico durante un esercizio o l’atterraggio da un salto. L’utilizzo di queste strategie potrebbe ridurre il rischio di infortuni agli arti inferiori.

In conclusione, per rendere ancor più chiara l’importanza della prevenzione per cercare di ridurre il rischio di lesione al legamento crociato anteriore, va segnalato che in seguito ad una lesione del crociato anteriore il 25% dei soggetti dopo l’operazione sono soggetti ad una seconda lesione, mentre il 50% rischia di sviluppare problemi articolari e osteoartrite, il che comporta inevitabilmente problemi a breve e lungo termine non trascurabili.
Diventa quindi molto importante svolgere un lavoro preventivo, per cercare di ridurre il rischio di lesione al legamento crociato anteriore e allo stesso tempo è fondamentale anche impostare un lavoro post operatorio adeguato che permetta al nostro atleta di tornare in campo nelle migliori condizioni possibili.

Lesione del legamento crociato anteriore nella pallavolo femminile

Nella pallavolo gli infortuni principali che possono coinvolgere un atleta sono generalmente: distorsioni di caviglia e ginocchio, tendinopatie alle ginocchia, alla spalla con particolare attenzione a infiammazioni da impingement o conflitto sub-acromiale, infiammazione e lesione dei tendini dei muscoli della cuffia dei rotatori, lesioni del legamento crociato anteriore.

Per comprenderne meglio i numeri e le caratteristiche delle lesioni del crociato anteriore nella pallavolo, un gruppo di ricercatori ha analizzato attraverso uno studio osservazionale retrospettivo gli eventi traumatici che si sono verificati durante cinque stagioni agonistiche nelle due serie maggiori dei campionati di pallavolo femminile in Italia. 

Su un totale di 1.488 questionari inviati alle atlete, i ricercatori hanno osservato che 34 di loro hanno riportato una rottura completa del crociato anteriore, con conseguente intervento chirurgico di ricostruzione.
Con riferimento alle ultime cinque stagioni, il 2,3% delle giocatrici professioniste ha subito una rottura di crociato anteriore.
Il ginocchio sinistro è stato coinvolto molto più spesso del destro, nel 64% dei casi e gli infortuni hanno riguardato principalmente le schiacciatrici, per il 41% dei casi, seguite da centrali, con il 29% di incidenza e palleggiatori, con il 17% dei caso.
Nove episodi, ovvero il 25,5% del totale, sono avvenuti nella fase pre-campionato, mentre 16 (47%) nella fase di andata e 4 (11,8%) nella fase di ritorno.
Si sono anche verificati 5 casi (14,7%) durante i play-off.
L’età media delle atlete al momento del trauma è stata di 23 anni.

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