Il periodo invernale è quello ideale per gettare le fondamenta per la stagione alle porte. È sicuramente indispensabile, sia per i triatleti d’élite sia per quelli amatori, una pausa rigenerante. Poi si deve lavorare essenzialmente su 3 caposaldi, ovvero: metabolico, forza e miglioramento della tecnica.
L’inverno è un periodo fondamentale per la preparazione: infatti, si gettano le basi per l’annata seguente. Rammentiamo che nel triathlon la stagione agonistica può essere lunga e stressante, le gare a livello internazionale finiscono i primi di novembre, mentre in Italia fino alla fine di ottobre si può comunque prendere parte a qualche competizione; tuttavia, conviene un periodo di pausa per “rigenerare” l’organismo. Negli atleti d’élite questo è più semplice perché comprendono da soli l’esigenza di uno stop, mentre nel mondo amatoriale si corre il rischio che i praticanti potrebbero desiderare di allenarsi continuamente visto che l’attività è principalmente una valvola di sfogo dalla quotidianità. Invece, il nostro organismo ha la necessità ricaricare le batterie almeno per 15 giorni, nei quali dedicarsi ad altro. Gli atleti d’élite possono fermarsi anche un mese, dipende da quanto è stata stressante la stagione: ad esempio, nell’anno post Olimpiadi (come è stato il 2017) chi ha preso parte alla manifestazione ha “sospeso” l’attività per riprendersi dagli stress accumulati a causa della preparazione olimpica, che è molto lunga (solitamente si incomincia a lavorare per questo obiettivo anche più di 3 anni prima).
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